TERAMO – Torna a chiedere il rispetto dell’esito del referendum contro la privatizzazione dell’acqua il Comitato “Acqua Bene Comune” intervenuto in una nota sulla vicenda del Ruzzo: “le recenti dimissioni del presidente hanno evidenziato ancora una volta quanto i partiti siano lontani dalle esigenze dei cittadini”. Il Comitato torna a proporre una riflessione sul servizio idrico al di là delle logiche di “spartizione politica all’interno dei Cda”. “Dai giornali – di legge nel comunicato diffuso – si apprende che il futuro presidente dovrebbe essere un “gattiano” senza sapere quali competenze avrà e cosa vorrà fare. Nel frattempo in Provincia di Teramo non si dà seguito a quanto espresso dai cittadini il 12 e 13 giungo 2011 con oltre il 95% dei voti, quando i cittadini hanno chiesto la cancellazione dalla tariffa del servizio idrico della cosiddetta “remunerazione del capitale investito”, un privilegio introdotto nel passato al fine di creare un profitto sulla gestione dell’acqua ed aprire così la strada alla privatizzazione di questo bene. L’eliminazione di questa quota (stabilita in almeno il 7%) comporterebbe una diminuzione immediata delle bollette dell’acqua”. Sconcertato si dichiara ancora il comitato per la mancata riflessione sulla possibilità di trasformare la Ruzzo Reti da Società per azioni, “il cui fine è fare comunque profitti sull’acqua”, in Azienda speciale come invece è stato già fatto dall’Assemblea dei sindaci del pescarese. Il Comitato “Acqua Bene Comune” annuncia che vigilerà per arrivare al rispetto del referendum e annuncia che sarà a Roma il prossimo 2 giugno per la grande manifestazione nazionale “La Repubblica siamo noi!”, lanciata dal Forum italiano dei Movimenti per l’acqua in difesa dei referendum per l’acqua, i beni comuni e la democrazia.
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